Mara, 15 anni, è una bella fanciulla piena di slanci, sognatrice,
istintiva, testarda e fiduciosa delle proprie qualità e della sua bellezza. Bube, 20 anni, è un giovane molto timido, serio; con un'infanzia
difficile alle spalle. Partigiano, è stato amico e compagno del fratello di
Mara, Sante, ucciso dai tedeschi durante la resistenza. Nelle numerose lotte
il giovane ha trovato un'immagine da spirito ribelle che lo soddisfa molto.
Quando i due si conoscono, nasce inevitabilmente una simpatia e nel giro di
poco tempo i due giovani si ritrovano ad essere fidanzati. La loro relazione
viene però segnata da un grave reato e dalla comparsa di un nuovo personaggio,
Stefano. Il romanzo può essere definito come il ritratto dell'Italia che vede al
suo interno un conflitto fra il privato e il sociale: agli uomini la politica e
il sociale, alle donne i sentimenti, gli affetti, le emozioni. Le vicende dei personaggi sono raccontate nel fascino e nella bellezza
del paesaggio toscano che, nonostante venga descritto sommariamente, rappresenta un elemento incisivo che accoglie
un mix di stati d'animo: dolore, sofferenza, infelicità, delusione ma anche
piccole gioie, speranze e tanto coraggio. Tutte sensazioni che appartengono
alla gente umile. Nel suo romanzo, Cassola ha creato, attraverso l'utilizzo
di un linguaggio pulito, sobrio, elegante, semplice e quotidiano, uno dei
personaggi femminili più belli della nostra narrativa, mettendone in risalto
la dimensione individuale e psicologica. È questo, infatti, il nucleo della
storia: la trasformazione e lo sviluppo di Mara. Se, nei primi capitoli Mara,
da tipica quindicenne, si concentra sull'abbigliamento e sui ragazzi, negli
ultimi capitoli è diventata una persona matura, una vera e propria donna, che
decide in base alle sue responsabilità. E il cammino del dolore ad aprire i
suoi orizzonti e a cambiarne, in meglio, la personalità. Un romanzo semplice ma
incisivo, che invita a riflettere su una vasta gamma di sentimenti e di
emozioni che possono nascere come conseguenza di episodi spiacevoli, come la
guerra, ma che ci fanno soprattutto capire quanto il dolore ci può cambiare e
quanto possiamo imparare da esso.
Valentina Rizzo
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